ALLA SCOPERTA DEI SERVIZI EDUCATIVI DI BERLINO Tre coordinatori pedagogici della FISM di Modena hanno partecipato a un viaggio di formazione e scambio con la città di Berlino. Hanno visitato cinque servizi per bambini da 1 a 6 anni, alcuni dei quali denominati KITA, acronimo di “Kindertagesstatten” (luogo di permanenza giornaliera dei bambini), altri chiamati “Kindergarten” (giardino dei bambini). La “Regione” di Berlino, così come le altre della Germania, è autonoma nella progettazione e realizzazione di indirizzi pedagogici per l’infanzia e i relativi, nonché ingenti, sostegni politici ed economici. A proposito di sostegno, non si può non fare riferimento alla grande attenzione che ha il sistema educativo berlinese verso le famiglie: infatti, ogni bambino ha il diritto di frequentare i servizi per l’infanzia a partire dal suo primo anno di vita; inoltre, la frequenza è gratuita, potendo le famiglie usufruire di voucher messi a disposizione dal governo federale. Il viaggio ha invitato, o meglio costretto, a mettere in discussione i propri modelli, ad aprirsi a nuove prospettive. Infatti, la curiosità e la voglia di comprendere hanno portato i coordinatori a decentrarsi rispetto al proprio punto di vista, aspetto fondamentale per un’efficace formazione sul campo. A questa prima fase formativa ne è seguita un’altra che ha portato a focalizzare la riflessione su alcune precipue domande: cosa è possibile portare nelle scuole FISM? Quali sono gli elementi che, opportunamente rielaborati e contestualizzati, possono essere una ricchezza per i bambini, le famiglie, le educatrici, le insegnanti che abitano le nostre scuole? Sono stati quindi individuati quattro elementi che restano naturalmente da approfondire: 1. la Partecipazione di bambini e genitori. La partecipazione è un punto di forza dei servizi che sono stati visitati. Alla Kita “Menschenskinder”, una volta al mese il servizio scrive alle famiglie per comunicare le novità. I genitori sono inoltre coinvolti nella ricerca dei principali interessi dei loro figli al fine di integrare le osservazioni svolte dagli educatori (c’è una buona percentuale di uomini). Alla Kita “Sonneninsel” i genitori sono stati coinvolti nella raccolta di idee per ristrutturare il giardino. Alla Kita Frobel, infine, è stato istituito il “Parlamento dei bambini”. 2. L’educazione all’aperto. Durante le giornate di visita tutti i servizi avevano almeno un gruppo di bambini nel giardino, adeguatamente vestiti e muniti di stivaletti impermeabili. L’educazione all’aperto e il movimento sono un punto di forza diffuso che, da un lato, ha un obiettivo legato al benessere fisico, dall’altro alla scoperta attraverso l’utilizzo di elementi naturali come la sabbia e la terra. 3. L’apprendimento della lingua. La “Regione” di Berlino ha realizzato un quaderno documentativo, fornito per ciascun bambino, che viene utilizzato per tutto il percorso educativo da 1 a 6 anni. La presenza di immigrati è molto alta e attraverso questo strumento si intende favorire l’apprendimento della lingua tedesca quale mezzo privilegiato di integrazione culturale. 4. L’Autonomia e la Libertà di scelta. Gli educatori propongono ogni giorno esperienze attraverso spazi strutturati in maniera diversificata e finalizzati ad esperienze specifiche; i bambini possono scegliere dove andare e con quale educatore rapportarsi in base alle loro attitudini e ai loro interessi.